martedì 4 gennaio 2011

ADORO LA NEVE

Suv bloccati dal gelo, come lussuose bare di ghiaccio in cui giacciono, rigidi come stocafissi, patetici rappresentanti vestiti con inadatti Woolrich. Lampadate signorotte di mezza età, tradite dalle loro Smart, affollano le innevate cunette in completa crisi isterica da mancato shopping natalizio. Acide vecchiacce ruzzolanti assaggiano con la dentiera il selciato ormai trasformato in permafrost. Alla fermata del bus, in attesa di un 27/B che non passerà MAI, brufolosi studentelli si stringono gli uni agli altri come una colonia di pinguini imperatore nel vano tentativo di salvarsi dall'ipotermia. Le badanti bielorusse, felici per questo inaspettato scorcio di madrepatria, si fanno beffe di loro. Branchi di Husky, finalmente a loro agio, si avventano sui loro padroni, cibandosene con allegra fierezza. Schiere di barbuti Babbo Natale, impazziti per il freddo e la vodka, riacquistano una comune coscienza storica per le nordiche barbare origini delle loro vestigia. Gettati i ridicoli berretti rossi e calzati gli elmi bicorna, come orde di feroci Berseker assaltano il Centro Lame e, dopo aver infierito sulle madri, immolano gli urlanti pargoli (da cui a lungo furono vessati) al dio Odino.

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